sabato 3 gennaio 2009

A ritroso

La mia teiera preferita coperta di polvere per le impronte che la polizia raccoglie anche sul tavolino in cucina, quello davanti alla finestra che qualcuno ha forzato l`ultimo dell`anno per rubare le chiavi di una macchina (con macchina annessa, ma che domande fate?) e una sacca di Sasch, fratello di Zac, ospite da noi per qualche giorno. Niente altro è stato rubato i nessuna altra stanza, nessun portatile (tra Tom e me abbiamo tirato un bel sospiro di sollievo) neanche un anellino di stagno. La poliziotta è simpatica, ci siamo scambiate i numeri perchè cerca qualcuno per fare pratica di italiano che impara dall`ipod quando fa jogging da diversi anni.

A dire il vero qualche sentore potevo avercelo quando un tizio è venuto a chiedere di un precedente inquilino insistendo a tentoni (non esiste nessun piano di sopra, non conosco messuno, ciao) ma ero presa dai postumi della tradizionale tosatura ciclica della pecora marrone della famiglia, per motivi che come sempre racchiudono:
 
poco tempo da dedicare al giardinaggio della giungla, bisogno di osmosi termica tra la mia testa e il cielo, scelta di non predisporre comodi luoghi in cui nascondere il linguaggio del mio volto
 
e tanti altri che potete anche creare voi se un giorno piove, governo prescritto.
Dunque da me sola ho iniziato il rito con strumenti che temevo a ragione inadatti, costringendomi ad uscire a metà dell`opera con un buffo cappallo a comprare un apposito dispositivo elettrico.
Seconda puntata quando blogger decide che ha voglia di caricare una terza foto, magari domani.

Ah, si`, buon anno...

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