domenica 22 febbraio 2009

More

Questo lunghissimo silenzio è stato pienissimo, ho ritraslocato (lo so, è una barzelletta) in posto dove finalmente tra poco torneranno le gatte che aspettano a Byron Bay dai genitori del mio ex (attenzione alla confusione, si chiama Luke anche il mio nuovo compagno di casa) mentre la terza inquilina è il corrispettivo di Banana Yoshimoto nella mia vita australe. Ho iniziato a lavorare per un festival di design (agideas) e altre cosucce non pagate che sommate dovrò collezionare fino ad un totale di 900 ore per quest`anno, per poi chiedere un visto tra due. Una specie di stage spezzettato e personalizzato. Tra l`altro c`è crisi, (grossa grisi) e se non mi muovo da sola la scuola, che dovrebbe occuparsi di questi contatti, non riesce a procurare lavoro neanche ai pochi studenti che stanno primi in lista, tra i quali io con gli altri cerco di organizzarmi in solitaria.

Inizio anche a collaborare a un blog che si chiama WEMAKESTUFFGOOD, lo trovate anche qui a lato, sono amici che vedo spesso e che fanno ed intercettano grande varietà di ottimo cibo per la vita, e anche per questo inizierò (900 ore 900 ore 900 ore) a produrre inizialmente stickers quando inizieremo a vendere roba autoprodotta anche per finanziare l`affitto della stanzetta/ufficio adiacente lo studio/tana dell` artista Justin Feuerring (MAXCAT), tra l`altro mio padrone di casa.

Ho sperimentato il caldo omicida di Melbourne (freddo becco fino a meta` estate e poi la morte rossa tutta insieme), due giorni assurdi poi freschino per altri cinque poi 47 gradi, vento violento bollente più dell` aria e carico di sabbia e polvere, ancora tre giorni fa il cielo era grigio nonostante il sole per il fumo e la cenere degli incendi che hanno incarnato una nuova Pompei. Polemiche, dibattiti e assunzione di responsabilità politiche e sociali. Ho letto giornali che davano le linee guida per la costruzione di case antincendio (che nell` outback deve poter significare preventive ed autoetinguenti), ho visto dipinti di artisti aborigeni sulla tradizionale bruciatura di linee di alberi e zone controllate a rotazione in modo da creare punti in cui l`incendio se dovesse verificarsi si fermerebbe, invece di propagarsi incontrollatamente e pericolosamente.

A prescindere dal dolo o meno quest`episodio, davvero, è qualcosa di sentito e partecipato qui e tutti contribuiscono come possono: chi devolve la mancia da settimane alle vittime, uffici che organizzano raccolte di latte in polvere e disinfettante e cibo e utensili, studenti che fanno qualche ora di volontariato al call center di ascolto e coordinamento aiuti, artisti e operai e casalinghe e impiegati pronti al servizio civile spontaneo in caso di bisogno.

Ho chiesto a molte persone di scrivere di quello che sanno, delle esperienze nelle comunità indigene, dell`Australia chimica e nucleare, dell`Europa vista da quaggiù e dell`identità europea ancora da costruire (per non parlare di quella italiana, che si capisce e si sente quasi solo da emigrati). Spero di ricevere presto tante succose informazioni da poter tradurre e condividere e discutere con chi ne ha voglia qui su queste sedie pieghevoli, temporanee, di passaggio e spero davvero di poter mettere radici a Coburg (il quartiere a fianco a Brunswick, dove abitavo fino a due giorni fa), a Melbourne, e soprattutto nel mio proprio stomaco. Sono ancora alle prese con la digestione di questi ed infiniti altri input che, tutti assieme, non ho smesso di assorbire ininterrottamente, fino a quando il nervosismo non è diventato eccitazione, l`insonnia entusiasmo, la frustrazione urgenza e un problema una meravigliosa opportunità. Adesso però un giorno di pigrizia immobile non me lo toglie nessuno.